TRA PAROLE E IMMAGINI

“Interconnessioni Fluttuanti”

di Enrico Pusceddu
 

Qual è il ruolo delle parole e delle immagini nel nostro tempo?

L’infinita disputa tra parole e immagini, una coinvolgente sfida alla ricerca di un predominio, che ha caratterizzato un binomio e allo stesso tempo una rivalità ancestrale nel mondo della comunicazione a trecentosessanta gradi. Citando Charles Baudelaire, l’uomo è immerso in una foresta di simboli e questo non vale solamente per la tanto conclamata umanità contemporanea bensì per ogni epoca, basti pensare all’allegoria che appunto poteva essere letteraria e pittorica. Metafore di immagini, metafore di parole.

Letteratura disegnata” una locuzione che ben interpreta il narrare storie attraverso parole e immagini, due codici integrati in modo così aderente da costituire un unicum inscindibile, che ha dato vita nel tempo a un nuovo tipo di linguaggio immaginifico.

Nello splendido Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll si legge all’inizio qualcosa di straordinario sul quale riflettere e meditare: “Alice cominciava a essere davvero stufa di starsene seduta con sua sorella sulla riva del fiume, senza nulla da fare: un paio di volte aveva sbirciato il libro che sua sorella stava leggendo, ma non aveva immagini né dialoghi, e ‘qual è l’utilità di un libro pensò Alice, ‘senza figure né dialoghi?”.

Nonostante I ‘approccio creativo progettuale si diversifichi, a secondo del contesto comunicativo, il dialogo tra parole e immagine, al fine di rendere visibile l’invisibile è qualcosa in molti casi di imprescindibile.

Nel campo dell’editoria, senza ombra di dubbio, i libri senza figure hanno una loro utilità. Questo non inficia che la combinazione tra parole e immagini, funzionano bene insieme, aprono possibilità narrative che sarebbero impossibili per il solo testo e non solo.

Vale a dire ovunque vi sia la necessità di raffigurare, esprimere, raccontare, informare, stimolare, persuadere, in sintesi “comunicare” all’interno di una società che cambia e che vive d’immagini, parole, segni e simboli in continua trasformazione.

In un’immagine efficace c’è tensione tra testo e figurazione, instaurando una relazione complessa. Non a caso una buona interpretazione può contraddire il testo, o amplificarlo, o raccontare una storia parallela di cui il testo non è cosciente.

Così, come una scadente raffigurazione diventa ridondante o riduttiva.

Ogni artista, e includo all’interno di questa parola varie categorie di professionisti della comunicazione visiva, nell’interpretare un’idea, un testo, un concept … elabora un proprio personale ed unico modus operandi, che si rinnova ogni volta, in un pensiero fluttuante, tra parole e immagini, nell’articolato e complesso contesto comunicativo, all’interno del sempre più ecclettico mondo dell’Image making.

Il vero interrogativo, probabilmente, nasce nel momento in cui si comprende che un’immagine non appartiene soltanto ad uno specifico linguaggio comunicativo, piuttosto, direi, fa capo ad un processo mentale, che scrupolosamente costruisce una rappresentazione a partire dai sensi, dalle percezioni e dall’emozioni.

Tutto ciò … fa assumere al suo ruolo una rilevanza, sempre maggiore come interprete e traduttore di concetti in immagini.

Parole e immagini, ambedue, si attuano in una matrice che proviene dal verbo “fare“ il quale si attua tramite una trasposizione mentale di un concetto, che prende corpo e si concretizza, nel suo specifico linguaggio.  

“Se l’idea non si sublima nell’intelletto, il suo moto si trasmette alle mani tramutandosi nel prodotto del fare “. 

Citando un inciso di Alfredo Accatino pubblicato su Not Newsmagazine: venti anni fa si vaticinava la scomparsa prossima ventura della parola scritta, e invece oggi, sul web, assistiamo al contemporaneo fiorire di nuove forme testuali e nuove forme visive.

Il legame inestricabile tra testo e immagine il valore aggiunto del loro effetto insieme, anche se in modi differenti, consente all’artista operando in diversi settori: dell’arte, del sociale, della cultura e della comunicazione visiva, di stravolgere fantasticamente la realtà o rappresentarla fedelmente, sfumarne i contorni o evidenziarne i particolari, esprimersi realmente, metaforicamente o in modo astratto, regalando al fruitore molto più materiale da decodificare, interpretare e ideare.

Tessendo parole e immagini in un meccanismo di divulgazione costruito ad hoc, è possibile ottenere comunicazioni il cui senso è molto più ricco sia di quello espresso dalle parole, sia di quello espresso dalle immagini.

L’importanza che testi e parole assumono nella comunicazione contemporanea pone l’accento “sul primato dello sguardo interiore “.

Da qui l’importanza della narrazione, a tal proposito un riferimento calzante è il bel video che esplora i possibili contenuti visivi di una singola parola astratta: “Symmetry” realizzato da un team di cineasti di Everynone, risultato uno dei video vincitori della seconda edizione del Vimeo Award. Il film in questione apre interi universi di narrazione fornendo stimoli di riflessione e d’indagine tra parola e immagine.

Interconnessioni fluttuanti il rapporto fra le parole e le immagini costituisce da sempre un aspetto peculiare della comunicazione, un motivo di riflessione e ricerca inesauribile in vari campi e media: arte, letteratura, cinema, pubblicità, televisione, editoria.

Illustrare nella sua accezione vuol significare “il dare lustro”, evidenziare, illuminare, cioè mettere in risalto l’importanza di qualcosa, al fine di favorirne la cognizione andando ben oltre la funzione ornamentale e decorativa.

 Oggi più che mai abbiamo a disposizione un elevato e ricco patrimonio di immagini questo ci consente di guardare e pensare sé stessi, gli altri e il mondo con maggior chiarezza e comprensibilità, avvalendosi di una manifesta interazione tra comunicazione, estetica e bellezza.

Non a caso il pensiero umano agisce tramite processi logici e analogici, in modo tale che sia i linguaggi sia gli apparati simbolici impiegati dalla mente in ambito formativo, diano come risultato la formazione di una identità e di conseguenza la parte esperienziale del “saper vivere” in modo tale di andare più in là della sola sfera dell’apprendimento e della trasmissione di conoscenze fine a sé stessa.

Il pensiero, nella sua componente informativa e comunicante necessita d’immagini, le quali in connessione alle parole entrano in quel campo del contenuto semasiologico, nel quale la sola parola non riesce a precisare peculiari aspetti e di conseguenza delega all’immagine la capacità di descrivere il particolare.

L’illustrazione attraverso le immagini attiva un processo formativo dialettico in grado di immettersi in una sequela di narrazione e di pensiero fluido. I codici iconico, verbale e grafico vanno a formare un rapporto singolare tra gusto e conoscenza, in molti casi facilitando la comprensione del testo e la sua rielaborazione.

Le illustrazioni dovrebbero andare oltre gli stereotipi favorendo un pensiero libero e immaginativo che consenta allo stesso tempo, di osservare e rivelare, estendendo il pensiero estetico attraverso la pluralità della visione, “punti di vista”, al fine di riflettere e generare consapevolezza.

Il fluttuare ha un certo tratto di serietà, le nostre emozioni fluttuano come l’amore per una certa opera fluttua fra passione travolgente e indifferenza.

E allora … il fare forza sulla connessione fra significato e significante, la combinazione in coppia di parole e immagini diviene il fine per esprimere un concetto armonico.

Da qui l’importanza della parziale o intera fusione dei due costituenti, attraverso l’apporto di elementi esterni: saperi e conoscenza i quali, in molti casi, raggiungono un punto di osmotica connessione che, solidificandosi, tramite la mente, cementa insieme le due parti.

Nel libro, La felicità delle immagini. Il peso delle parole (Bompiani), Alessandra Sarchi si cimenta in “cinque esercizi di lettura”, come si evince dal sottotitolo. Gli autori scelti, Moravia, Volponi, Pasolini, Calvino e Celati, hanno scritto opere “in cui la pittura e l’immagine mediano all’interno della pagina scritta un valore altrimenti non realizzabile, in quanto è lo sguardo inteso come azione che promuove direttamente la parola”.

Da questi aspetti, ne consegue, quindi, che la collaborazione tra i due linguaggi, logico e analogico, può avvenire in maniera esaustiva solo con una lingua ricercata e articolata, da una parte, e un utilizzo delle immagini che non sia ordinario e stereotipato dall’altra.

Per concludere questa disquisizione tra parole e immagini la totalità del senso si attua solo con un’unione tra le diverse arti.

Il dialogo tra i linguaggi dell’arte non diventa mai vano soliloquio, ma produttivo scambio di potenzialità e di elementi.

Come enunciava il poeta Quinto Orazio Flacco “Ut pittura, poesis”, tradotta letteralmente “Come nella pittura così nella poesia “.

 

CREATIVITÀ & COMUNICAZIONE VISIVA

a cura di Enrico Pusceddu
 

Le possibilità rappresentative offerte dai molteplici territori della comunicazione visiva consentono oggi di spaziare nei diversi  settori di un ampio scenario: dalla pittura alla scultura , dalla scenografia al cinema, dalla grafica ambientale alla street art, dalla grafica d’arte alla grafica multimediale, dalla grafica editoriale alla grafica web, dal design all’interaction design, e via via, permettendo all’operatore visivo un’innumerevole serie di metamorfosi tra reale e immaginario, che lo portano a volte, a stravolgere fantasticamente il reale, a sfumarne i contorni o viceversa ad evidenziarne i particolari, traslando e facendo interagire linguaggi diversi, esprimendosi simbolicamente o in modo astratto.

Per questo chi opera nel settore, con le sue capacità creative e tecniche, assume oggi un’importanza sempre maggiore come traduttore di concetti in immagini, operando concretamente, nel settore del sociale, della cultura e delle arti, vale a dire ovunque vi sia la necessità di informare, stimolare, persuadere, in sintesi comunicare all’interno di una società che cambia repentinamente e che vive fondamentalmente d’immagini, segni e simboli.

L’atto creativo, un territorio, il vuoto che prende forma, strutturandosi e delineandosi, un imprescindibile connubio tra mente e mano,  il segno che diviene di-segno. . . presagio di futura creatività, tracce che si riconoscono si producono si assemblano.

Il segno come espressione fa scattare quel meccanismo immaginativo e  immaginifico: individuare, fermare,  liberare,  ricordare.

Il rapporto tra creatività e pensiero, espressione e comunicazione…  il mistero della mente.

Ho sempre pensato e sostenuto, che all’interno della produzione e della ricerca, sia nell’ambito formativo  che nel campo professionale, siano di vitale importanza la presa di coscienza dell’evoluzione dei metodi di elaborazione ed espansione del processo creativo, quel preciso  momento in cui il pensiero prende forma e il vuoto si concretizza attraverso il suo carattere polimorfo, che registra tutte quante le voci del mondo in cui l’uomo vive e ripropone, “tutto quanto il reale, nei modi propri  della comunicazione visiva”.

La comunicazione deve sollecitare e costruire un rapporto coerente con i propri destinatari, oserei dire, un contemporaneo in perenne divenire, stratificato dalle forme che l’uomo è riuscito a produrre per comunicare e comunicarsi, un segno del cambiamento sociale.

Possiamo affermare che in ogni  segno c’è l’associazione di un significante e di un significato, intendendo con significato l’”immagine mentale “ e con significante quella che amo definire “l’immagine acustica” o polisensoriale.

La necessaria distinzione tra significato denotativo e significato connotativo indica il valore informativo e connota il surplus di senso che l’immagine acquista e può avere,  un referente allusivo, affettivo, evocativo, simbolico, storico, ideologico. . . quel ricorrente gioco di segni, sensi, simboli, in continua interazione.

Definendo come denotazione  il valore informativo , e come connotazione  il surplus di senso che l’immagine acquista e può avere,  un referente allusivo, affettivo, evocativo, simbolico, storico, ideologico.

In questa cornice reale e allo stesso tempo irreale, le parole, le forme, lo spazio, hanno una storia mutevole e sempre in divenire, corrispondente al vissuto della propria o dell’altrui esperienza, modellata dall’invenzione personale dell’autore nell’opera, capace di stimolare un atteggiamento o l’intelletto dell’osservatore.

Un altro aspetto fondamentale del rapporto creatività e comunicazione visiva, si può ricercare nella metodologia progettuale, che consente di dare forma al processo creativo,  diviene quindi fondamentale analizzare ed indagare,  i diversi approcci comunicativi negli specifici campi tematici di appartenenza.

La progettazione è da considerarsi come l’evoluzione dei metodi di elaborazione, produzione e diffusione della comunicazione visiva, in una sorta di continuo interscambio segnico.

Creare, rinnovare, promuovere idee, un “viaggio” attraverso i suoi elementi caratterizzanti.

Il viaggio si configura come un archetipo, modello di tutto ciò che parte, procede e giunge attraverso esperienze che plasmano, trasformano, configurano l’identità.

La comunicazione visiva, nelle sue varie rappresentazioni, è l’ingresso in un’altra dimensione, un passaggio lieve ed emozionante attraverso la creatività, la libertà esplorativa, la consapevolezza, la scoperta e non ultima la fantasia.

La “ricerca” come progetto, deve rispondere ad un’esigenza fondamentale in riferimento all’utenza cui è destinata, partendo da elementi di conoscenza delle tecniche di comunicazione: segno, forma, colore … è possibile trovare una soluzione che esprima visivamente il concetto, cercando di trasformare l’immagine in espressione artistica adeguata al contesto, in  una osmotica coesione tra messaggio e comunicazione, tra interpretazione e fruizione.

L’esplorazione delle potenzialità della ricerca transdisciplinare è solo all’inizio. Questo tipo d’indagine mette in crisi le consuetudini della ricerca e dell’approccio disciplinare tradizionale, dando vita a operatori e risultati ibridi. Man mano che il numero di questi operatori ibridi cresce, il loro impatto costringerà a riconsiderare i canoni della comunicazione e darà vita a nuove forme e strutture del significato.

Il nuovo  approccio operativo, che ha delineato  il paesaggio di almeno tre decenni, sta espandendo i linguaggi della comunicazione e aprendo nuovi orizzonti per la creatività e l’innovazione.

 L’interazione tra vecchie e nuove tecnologie è l’imprescindibile presupposto per chi voglia immaginare scenari creativi futuri, la comunicazione ha nella tecnologia uno strumento innovativo, flessibile e certamente affascinante, ma non privo di trappole.

Da questo presupposto risulta di fondamentale importanza la cultura del progetto, senza la quale ogni comunicazione rischia di essere solo “rumore di fondo”.

Il dialogo, il confronto, il dibattito quando sostenuti dalla volontà, dalla curiosità dal sapere tramite l’esperienza e l’approfondimento, genera in ciascuno di noi la meraviglia della conoscenza che dà nuovo sapore alla nostra pratica quotidiana, sia questa studio, lavoro o semplicemente  la fruizione originale di ciò che ci circonda una nuova linfa vitale.

Ben venga allora la Creatività, con la C maiuscola, ad accendere il ruolo, l’impegno personale e collettivo, che stimola generando nuove soluzioni operative, intriganti percorsi visivi, aggiungendo gusto e sostanza al fare, al produrre, al comunicare, illuminare dare nuova vitalità ai nostri pensieri per tradurli in azione.

Chiudo con una citazione di Marshall McLuhan: “L’artista serio è l’unica persona in grado di affrontare indenne la tecnologia, perché è un esperto consapevole delle mutazioni nel campo della percezione sensoriale”.

 

 

 

 

“I Territori della Grafica”  anno I n° 0 

Articoli: Incontri “I Territori della Grafica” pagina: 05, C. Chiappini “Emancipazioni Visive” pagine: 06/07/08 , R. S. Gobesso “ Dal segno all’ipersegno“ pagine: 10/11, “Dal segno manuale al segno digitale” pagina: 26, “L’Arte di Raccontare con le Immagini” pagine: 27/28.

 

 

 

“I Territori della Grafica” anno II n° 1

Articoli: “Creatività e Pensiero – Creatività e Lavoro” pagine: 04/05, Happycentro “How we do it” pagina: 15, “L’Arte Fuori di Sé” pagine: 34/35/36, D. Mormorio “Catturare il Tempo” pagine: 44/45, Vetrina “Dal Segno Manuale al Segno Digitale” pagina: 54.

 

 

Insight “I Territori della Grafica“ anno III n° 2

Articoli: “Eureka” pagina: 07, Un Giappone “Mani per il 2012“ pagina: 11, Reportage “Giornalismo, Informazione Fotografia” pagine: 24/25/26, “Libro Breviario Siciliano“ A. Attardi pagine: 28/29/30, The Schientist Video “V Edizione del Festival” pagine: 52/53, Paper Expo Milano “FUORISALONE 2012“ pagine: da 59 a 65, Le Giornate della Creatività e dell’Innovazione 2012  “Hdemia attiva l’Arte“ pagine: 66/67, Bibbia 2.0 Andrea Sarnataro pagine: 76/77. 

 

 

Insight “I Territori della Grafica“ anno IV n°3

Articoli: Commento alla Copertina pagina: 02, Editoriale “Condivisione” pagina: 07, Foto Cult “Tecnica e Cultura della Fotografia“ pagina: 13 “Globalizzazione e Intercultura” guida agli utenti pagina: 51, “AMARCORD“ un Ricordo di … Paolo Rosa pagine: 118/119.

 

 

 

InsightI Territori della Grafica“ anno V n° 4 .

Articoli: Editoriale “Ludicamente” pagina: 09, “Dal Tavoliere al Tablet” pagina: 14, “Le Regole del Gioco” pagina: 23, “L’Arte del Gioco e il Gioco dell’Arte” guida agli utenti pagina: 35.

 

 

 

Insight “I Territori della Grafica“ anno VI n° 5.

Articoli: “Editoriale “Il Viaggio come Metafora” pagine: 13/14, 5° Biennale ShingLe22i” L’Uomo è ciò che Mangia” pagine: 89 a 99, “L’Importanza Dello Spazio Negativo nel Graphic Design” pagina: 190.

 
 
 
 
 
Insight “I Territori della Grafica“ anno VII n° 6.
 
Articoli: “Editoriale “La Reversibilità degli Opposti” pagine: 14/15, In/Out Ideas – “Experiences, Creativity Coltiviamo Identità“  pagine: 63 a 66,” Good Bye Toys” Narrare per immagini: il Silent Book pagine: 122 a 125.

 

 

Insight “I Territori della Grafica“ anno VIII n° 7.

 Articoli: “Editoriale “ Trasformismi e identità“ In un mondo fluttuante, pagine: 19 a 20, “In/Out III Aprite gli Occhi Ragazzi” pagine: 59 a 62, Formazione e Educazione all’Arte negli Spazi Pubblici pagine: 106 a 109, Riflessioni sul Contemporaneo “Tra Trasformismi e Identità” Appunti, Riflessioni, Osservazioni pagine: 209/210/211.

 

 

Insight “La Cultura dell’Altro“ anno IX n° 8.

Articoli: “L’insostenibile pesantezza dell’essere tra Sacro e Profanopagine: 17/18/19. “In/Out III Edizione Contaminazioni Impollinazioni” pagine: 59/60,  “In/Out IV Edizione Tra Sacro e Profano” pagine: 63/63. Focus: “#Andrà tutto bene“ pagine: 75/76/77, “L’Importanza di uno Sguardo“ pagina: 79, “Silenti Addii“ pagina: 81, “Libertà e Valori“ pagina: 83, “Siate voi stessi“ pagina: 85 Storia di Arte di Vita e di DSA pagine: 90. Ipso Praesente Angelus pagine: 93/94/ 95.

 

 

Insight “La Cultura dell’Altro“ anno X n° 9.

Articoli: “Fermate il mondo… Voglio scendere“L’imprevedibilità dell’esistenza,  “Contraddizioni e interdipendenza tra mondo reale e mondo virtuale“, pagine: 12/13/14, “L’Importanza di uno sguardo” pagina: 63,  “Formattare il tempo” La rete come rifugio artificiale,  pagine: 90/91/92/93,  “Intelligenza e creatività“ , Machine Learning e Pensiero Umano pagine: 194/195/196/197.

 

Insight “La Cultura dell’Altro“ anno Xi n° 10.

Articoli: Memorare, pagine: 12/13/14,15             Tra Memoria , Parole e “Interconnessioni Fluttuantipagina: 48/49/50/51/52/53,     Memoria, identità, cultura e appartenenza” Tra intelligenza fluida e intelligenza cristallizzata,  pagine: 226/227/228/229/230/231. 

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